martedì 2 marzo 2010

ANCHE A BRUGHERIO VOGLIONO DISTRUGGERE LA SCUOLA PUBBLICA

Crocefissi, grembiulini, bullismo, voto in condotta, limite del 30% alla presenza di alunni stranieri, insegnanti “fannulloni”: la scuola italiana è ogni giorno al centro di polemiche e dibattiti, dietro ai quali si nasconde un’istruzione pubblica a cui vengono continuamente tolte risorse (oltre 8 miliardi di euro nel triennio 2009/2011). Non paghi di questo, Gelmini e Brunetta hanno dato il via a un’opera di sistematica denigrazione degli insegnanti e della scuola, a supporto ideologico dell’intera operazione: dagli insegnanti fannulloni, alla “scoperta antropologica” degli insegnanti meridionali, dai cronici assenteisti agli incompetenti responsabili di una scuola additata come fabbrica di ignoranza e bullismo.
Lo vediamo anche a Brugherio dove la “riforma” Gelmini non ha portato niente di buono, ma ha messo in seria difficoltà gli istituti del territorio che hanno dovuto far fronte in vari modi ai pesanti tagli che si sono abbattuti sulle loro risorse. E mentre insegnanti e dirigenti, con la competenza e la creatività di sempre, inventano i modi con cui garantire comunque un servizio e un’offerta formativa di qualità, è iniziata anche nella nostra città la campagna denigratoria nei confronti della scuola pubblica, mentre aumentano i contributi alle scuole paritarie. “Allarme bullismo!” ha tuonato qualche settimana fa il sindaco-sceriffo Ronchi,
insinuando scarsa attenzione e sottovalutazione del problema da parte degli insegnanti, non rendendosi neppure conto di aver preso un marchiano abbaglio: non si tratta di “bulli” ma di ragazzi in disagio psichico e sociale già seguiti anche dai servizi sociali del comune! Ragazzi che tra parentesi non verrebbero mai accolti dalle scuole private (che però si prendono, in termini di finanziamenti diretti o indiretti, quello che viene tolto alle scuole statali!). Non contenti dello scempio operato dell’attuale governo sulla scuola pubblica, i nostri amministratori si danno da fare per annullare il coinvolgimento delle famiglie alla vita scolastica: le riunioni della commissione scuola, quando convocate, si traducono in noiosi interventi dell’assessore che impediscono qualsiasi discussione; le mamme che si attivano per risolvere i problemi vengono tacciate di essere di sinistra (come se solo i bambini di sinistra avessero l’esigenza di utilizzare carta igienica e di poter disporre dei servizi essenziali…). Ma intanto anche nella nostra città è stato dato il via a quel disegno di screditamento della scuola pubblica che si avvale del vecchio sistema di parlarne sempre e comunque male.
La scuola pubblica dà fastidio perché è luogo di confronto, luogo in cui ci si esercita a pensare e a ragionare contro ogni conformismo e pregiudizio, è pratica di pluralismo e ora anche di multiculturalismo: è il più straordinario strumento di democrazia e inclusione sociale. Non c'è quindi da stupirsi che si diano da fare per distruggerla.

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