Un anno fa il governo ha varato una norma che obbliga le aziende pubbliche a dismettere buona parte del loro capitale a favore dei privati entro il 2011. Contro questa legge sono stati promossi dai movimenti per l’acqua pubblica 3 referendum e sono state raccolte 1,4 milioni di firme per ciascuno di essi (record della storia repubblicana).
La Corte Costituzionale ha ammesso due di questi tre quesiti referendari: quello contro la privatizzazione della gestione contenuta nel decreto Ronchi e quello sul profitto garantito sulla gestione del servizio Idrico.
A primavera i cittadini italiani potranno quindi esprimersi sulla ripubblicizzazione di un bene essenziale come l’acqua. La vittoria dei “SI” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.
È quindi importante che tutti i comitati che si sono mobilitati per la raccolta firme si riattivino ora per dare avvio e sostenere la campagna referendaria di questa primavera
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