Dividere i brugheresi su questioni pretestuose per esercitare senza ostacoli il potere sulla città, creare artificiosamente dei problemi per poi intasare la stampa con proclami pubblici e nascondere così l’evidente immobilismo della sua amministrazione impantanata da mesi nei soliti litigi di “bassa lega”. È questa la “nuova” strategia del Sindaco Ronchi. Divide et impera, si diceva nell’antica Roma. Ha cominciato col togliere di mezzo i cartelli “Brugherio città per la pace” e li ha sostituiti con quelli di “Città che conserva le reliquie dei Re Magi”, al solo scopo di creare un inesistente problema di incompatibilità tra l’aspirazione alla pace dei brugheresi e il messaggio di pace dei Magi. Ha proseguito emettendo ordinanze a raffica, tutte volte a creare situazioni di esclusione e divisione. Ha chiuso lo sportello d’informazione agli stranieri; ha inventato un “problema burka” vietandone l’uso in una città dove non se ne è mai visto uno; ha generato paura e apprensione nei genitori lanciando l’allarme bullismo, quando invece si trattava di drammatiche situazioni di disagio psichico di bambini brugheresi già in carico ai servizi sociali; ha portato divisione anche sulle tavole dei nostri alunni predisponendo un questionario di parte e scientificamente inattendibile sulle mense scolastiche: polenta e pasta in bianco contro varietà alimentare, cibi biologici ed equosolidali, al solo scopo di mettere gli uni contro gli altri i cittadini di Brugherio su inesistenti contrapposizioni alimentari.
L’ultima trovata in ordine di tempo è la cosiddetta “emergenza stranieri” lanciata attraverso un’ordinanza in cui sostiene che “nel corso degli ultimi mesi, si è registrato un incremento a livelli esponenziali dei flussi migratori che potrebbe assurgere a connotati di vera e propria emergenza”. A parte i toni apocalittici del testo, il Sindaco dimentica i dati pubblicati sul sito ufficiale del Comune che registrano invece un netto calo dell’immigrazione nella nostra città: da 1153 persone nel 2008 a 883 nel 2009, con una crescita della presenza di stranieri che è passata da 222 a 87 unità. Dimentica anche il considerevole aumento delle donne per ricongiungimento familiare, a dimostrazione dell’elevato grado di integrazione raggiunto nella nostra città.
Il perché di questa politica dell’allarme e dell’emergenza purtroppo comincia a essere evidente, a meno di un anno dall’insediamento della nuova Giunta di chiara impostazione leghista. Se non c’è paura, se non c’è diffidenza, se non ci sono allarmi con cui distrarre i cittadini, Lega e company rischiano di perdere il consenso tanto faticosamente conquistato, rischiano che le loro feroci guerre intestine vengano alla luce e che la gente si accorga che non hanno fatto ancora nulla per il bene della città perché hanno a cuore solo la conservazione dei loro interessi di Palazzo.
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