Cara Ministro Gelmini,
ho letto che hanno provato a mettere il bavaglio agli insegnanti che parlano alla stampa o dissentono dalle linee del governo. Se non si ubbidisce, via alle sanzioni disciplinari. In Emilia Romagna il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale ha inviato una circolare riservata in cui invita ad astenersi da dichiarazioni o enunciazioni che possano ledere l’immagine dell’Amministrazione Pubblica. Ho letto che Lei ha replicato: “Non è consentito usare il mondo dell’istruzione per fini di propaganda politica: chi desidera fare politica si candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni”. Ministro, dissentire non vuol dire offendere.
La scuola cade a pezzi, mancano la carta igienica ed il sapone, mancano i soldi per pagare i supplenti, mancano i mezzi per garantire una didattica di qualità agli alunni diversamente abili. I tagli sul personale docente hanno creato danni gravissimi. La qualità della didattica si è abbassata nonostante l’impegno ed il sacrificio di noi tutti.
Io sono una cittadina, sono un’insegnante e faccio politica ogni giorno con il mio comportamento, con le mie scelte, con l’uso quotidiano e consapevole del mio senso critico. Ho una testa mia, vedo, guardo, parlo e critico. Come Lei saprà, il polites nel mondo greco era il cittadino, ecco perché si dice politica. La politica è nella sua originaria accezione lo spazio di attività e di iniziativa del cittadino. Io non posso estraniarmi da ciò che accade nello Stato in cui vivo ed in cui voto ed in cui pago regolarmente le tasse. Nessuno può vietarmi di diffondere ciò che penso, anche e proprio perché sono un’insegnante. Anche se non ho un giornale di proprietà, una rete televisiva di proprietà, posso dire nel rispetto altrui ciò che penso e considero quest’insegnamento ricevuto un insegnamento da diffondere. Non commetto un reato e nessuno può azzittirmi. Da cittadina e da insegnante non condivido il suo operato. Non riesco a capire come si decida di fare una riforma tagliando le ore di lezione. Non riesco a comprenderne l’efficacia didattica perché in realtà non c’è. Non riesco neppure a capire come si possa garantire la qualità dell’insegnamento riducendo il numero di insegnanti. Capisco però che investire nella scuola non è uno spreco. Sono libera di dirlo e di scriverlo.
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