La situazione di Pomigliano d’Arco riguarda infatti tutta l’Italia e tutto il mondo del lavoro, e non è un caso che il Ministro Sacconi, Confindustria e buona parte del mondo politico si siano affrettati ad indicare l’accordo proposto dalla FIAT come il modello futuro da seguire per la riorganizzazione del mondo del lavoro. Una riorganizzazione che prevede la frantumazione dei diritti dei lavoratori, la loro definitiva riduzione a merce.
Fino a qualche giorno fa mi chiedevo perché Confindustria accetta quello che è inaccettabile nella Finanziaria, e la risposta arriva a Pomigliano d’Arco con l’accordo proposto dalla Fiat. Le imprese avrebbero dovuto rifiutare con forza una Finanziaria che non propone alcuna crescita né dal punto di vista economico, né da quello occupazionale. Confindustria ha accettato quello che era inaccettabile nella manovra perché in cambio c’era la svalorizzazione del lavoro. Si sono messi in concorrenza gli uni con gli altri, gli operai del primo mondo con quelli del terzo e quarto mondo. Questo e’ il calcolo che fanno. Pensano di costruire la soluzione finale con il ritorno all’800 E’ questa la modernità che ci viene prospettata.
E adesso, il mondo dell’informazione punterà i fari sulla FIOM, questo sindacato maleducato, senza parlare della vita di dolore di chi, come i lavoratori, è destinato a non essere neanche riconosciuto socialmente. Se non parliamo di queste realtà, se non parliamo di come stanno i cassaintegrati in questo momento, di come stanno le loro famiglie, continueremo a subire pesanti sconfitte culturali.
Nichi
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