mercoledì 17 novembre 2010

CON GLI STUDENTI di Nichi Vendola

Oggi, 17 novembre, è la giornata internazionale di mobilitazione studentesca. E per il nostro paese, per gli studenti e per i lavoratori della conoscenza, questo 17 novembre ha il sapore della beffa, perché capita in un momento cruciale per il futuro della formazione pubblica, vista la pesante azione di smantellamento cui è sottoposta dal governo Berlusconi.
Come non fosse bastata la legge 133 del 2008, la riforma epocale che ha scientemente operato con la mannaia su un corpo già duramente intaccato, come è quello della scuola pubblica, Tremonti e Gelmini continuano nella loro opera di marginalizzazione del sapere pubblico, relegando gli istituti di formazione e di ricerca a fabbriche di precarietà.
La legge di stabilità economica del governo è l’ennesima occasione persa, perché, come sollecitato dal Presidente Napolitano, avrebbe potuto fare delle scelte chiare e decisive sul futuro del nostro paese e avrebbe dovuto restituire alla formazione e alla cultura tutto quello che le è stato sottratto in questi anni.
Così non è stato, dato che gli 800 milioni promessi da Tremonti per l’università e la ricerca, non cancellano il taglio di un miliardo e mezzo del 2008, e sono ben poca cosa, se consideriamo che servirebbero almeno quattro miliardi di investimenti l’anno per adeguare l’Italia alla media di investimento in università e ricerca degli altri paesi europei. E’ stata confermata anche la decurtazione di 95 milioni di euro per gli istituti di ricerca.
Giocano con il futuro del nostro paese, del nostro modello di sviluppo e con le aspettative di giovani donne e uomini, come fossero al casinò, costringendo al “rischia tutto” una generazione che già vive l’incubo della precarietà e che ha ben compreso che la deriva della scuola e dell’università non sono effetto collaterali della crisi economica; sono piuttosto frutto di un disegno organico che apre alla gerarchizzazione della società e alla precarizzazione della didattica. E a tutto questo si ribellano.
Per questo oggi più di 200 mila studenti hanno partecipato ad iniziative sparse su tutto il territorio, per ribadire che la cultura e la formazione sono beni comuni, non disponibili e non in vendita; questo 17 novembre è una buona occasione per dire chiaramente che la cultura e la formazione sono gli alberi maestri sui quali innestare il futuro di un’Italia migliore.

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