Per noi donne la giornata di oggi è utile se non diventa un altro modo rituale per allontanare da sé un problema culturale e politico che ci riguarda da vicino nelle relazioni uomo/donna, negli assetti familiari,sociali e istituzionali, nella cultura dominante anche nel nostro paese.
A giudicare dall’uso del corpo femminile nei media e nella pubblicità, nel degradante crepuscolo berlusconiano la donna è ancora merce di scambio, utilizzata in squallidi commerci dove si scambiano favori sessuali con soldi e doni e persino con cariche pubbliche.
Alla radice di ogni violenza sessuale c’è sempre l’idea che la donna sia preda, che il corpo femminile sia puro oggetto del desiderio maschile.
La violenza nasce dal non riconoscimento della libertà e soggettività dell’altra.
In Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella sua vita è stata vittima della violenza di un uomo. Secondo i dati dell'Istat, sono 6,743 milioni le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale, 3 milioni quelle che hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata. Si tratta di violenze domestiche soprattutto a danno di mogli e fidanzate: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni in casa. Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner il 70% delle volte.
Il “femminicidio” è un fenomeno in aumento in Italia: da 101 vittime del 2006 a 119 del 2009. Il primato è tutto del Nord, dove avvengono il 50% delle aggressioni mortali: una vittima di omicidio su cinque è donna. Gli assassini sono nella maggior parte dei casi mariti, conviventi o ex. Chi uccide una donna è nel 90,3% dei casi conosciuto dalla vittima e per il 76% italiano. La casa della persona aggredita è il luogo del delitto nel 70% dei casi.
Per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione si celebra il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita con la risoluzione n. 54/134 dalle Nazioni Unite nel 1999 al fine di sensibilizzare governi, istituzioni e società civile. L'Onu ha scelto questo giorno per commemorare la tragica vicenda delle tre sorelle Mirabal violentate, pugnalate e strangolate il 25 novembre del 1960, per ordine del dittatore Trujillo
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