mercoledì 15 dicembre 2010

UN'ITALIA MIGLIORE E' POSSIBILE

Bisogna uscire allo scoperto, bisogna farlo nel più breve tempo possibile. L'antipolitica, quella oscura, vincerà sempre, se ad essa non si contrappone un percorso nuovo e chiaro, svincolato dal passato e vincolato tenacemente a tutte quelle sfide che il Paese Italia ha di fronte a sè.

Tutti abbiamo visto in Tv e sulle pagine dei giornali, giovani per strada che manifestavano contro il sistema politico, quel sistema meschino, sporco, indecente, squallido, lontano ed autoreferenziale, quello che vuole sopravvivere a se stesso nella più totale volgarità.
Ormai non c'è più rispetto di niente e di nessuno, nemmeno della propria coscienza, quando la posta in gioco è il denaro e la compiacenza di occupare uno scranno per ancora qualche tempo.
La giornata di ieri deve ancora una volta ricordare che l'Italia necessita di un nuovo progetto, un progetto che dia ampio respiro a quelle tematiche che sono state relegate nell’ angolo buio dell'indifferenza.
Lavoro, ambiente, cultura, legalità, tanti punti da dove partire per aggregare quella società stanca e rassegnata ad una realtà che non può e non deve essere il modello da consegnare alle nuove generazioni.
Uscire per strada, definire nuove interconnessioni fra la politica e la gente. Sensibilizzare ad un futuro condiviso e possibile, con uno sguardo attento alle nuove generazioni.
Nichi Vendola nella giornata di ieri ha detto: "L'Italia è ferita nel corpo e nell'anima, ma c'è una Italia migliore e la sinistra dovrebbe imparare ad ascoltarla e ad organizzarla per un governo di svolta".
Ecco il punto di partenza, una politica che prima di parlare, sappia ascoltare, ascoltare chi è in piazza, con le proprie ragioni, i propri obiettivi e soprattutto con le proprie speranze di vita e di futuro.
Ieri il Governo ha avuto la fiducia del "palazzo", la piazza l'ha sfiduciato, e questa sfiducia vale molto di più, perchè nasce dal basso, nasce dagli studenti, nasce dagli operai, nasce dai comitati per l'Aquila, nasce dai cittadini di Terzigno, nasce dagli ultimi anelli di una società lacerata e in balìa di un morto che cammina.
Non dobbiamo rassegnarci, una nuova Italia è possibile.

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