martedì 8 novembre 2011

ADERIAMO ALLA MANIFESTAZIONE PER L'ACQUA PUBBLICA

SEL aderisce alla manifestazione nazionale per l’acqua pubblica del 26 novembre a Roma.
Sinistra Ecologia Libertà ha sostenuto fin dalla sua costituzione le campagne per i beni comuni e per l’acqua promosse da una vasta rete di associazioni e comitati, al cui interno spesso militano anche aderenti, simpatizzanti, elettori di SEL.

Siamo una soggettività politica recente che eredita i valori e le elaborazioni del pacifismo, della sinistra, dell’ecologismo, del libertarismo italiani.
Da almeno un decennio molti di noi hanno contribuito alla riflessione e all’iniziativa per porre al centro la questione dei beni comuni e la considerazione dell’acqua come bene comune e diritto umano, sul piano internazionale e nazionale, sul piano culturale e istituzionale.

Abbiamo contribuito alla raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare e alle tante manifestazioni locali e nazionali del movimento. Di recente abbiamo sostenuto per intero la campagna referendaria e condiviso la straordinaria vittoria.

E oggi stiamo lanciando, l’opera pubblica più importante di cui ha bisogno l’Italia, restituire ai torrenti e ai fiumi circostanti il loro corso naturale, ristabilire le aree di esondazione, considerare i bacini idrografici l’unità di iniziativa economico-ecologica.

Ora c’è da impegnarsi per l’applicazione coerente della volontà popolare e per la difesa dell’acqua e, in generale, dei beni comuni.
Nel nostro documento di luglio che già abbiamo inviato e diffuso (”BENE COMUNE: dopo i SI, il come considerare davvero l’acqua Bene comune e Diritto Umano”) abbiamo ribadito che la nostra “barra” resta
la proposta di legge di iniziativa popolare promossa nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua (su cui hanno raccolto tante firme anche dirigenti e militanti delle soggettività politiche che hanno dato vita a SEL), con le conseguenze del referendum (opzione “pubblica” e eliminazione dei “profitti” da gestione).

La questione degli atti necessari dell’eliminazione dalla tariffa della quota relativa alla “adeguata remunerazione del capitale” richiedeva e richiede una ferma volontà e una coerente pratica di “rimodulazione” della tariffa a tutti i livelli.

Vi sono aspetti nazionali (è stato ipotizzato un fondo nazionale per la ristrutturazione delle reti idriche), aspetti finanziari (le spa quotate in borsa, il ruolo della Cassa depositi e Prestiti) e aspetti territoriali (vertenzialità rispetto a comuni e gestori).

Si tratta anche di aprire una vera e propria campagna politica con le autorità governative per escludere i comuni dal patto di stabilità in relazione agli investimenti nel settore idrico sia per quanto concerne nuove opere infrastrutturali che per l’acquisizione di spa che già operano.

Va anche esaminata, monitorata e gestita la situazione di tutti i servizi pubblici locali in relazione alla (pessima) manovra approvata a metà luglio e a tutte le successive norme di privatizzazione dei servizi pubblici locali che tradiscono forma e sostanza del pronunciamento popolare.

Abbiamo già detto che siamo favorevoli a ricorrere a qualunque sede di giustizia contro le infamie sociali e le abnormità costituzionali della manovra finanziaria.In una prospettiva di nuovo parlamento e di nuovo governo è indispensabile una nuova legge di governo complessivo della risorsa idrica, da tutelare e difendere come diritto della Terra.

Il servizio idrico è un servizio di interesse generale pubblico.

Per il nostro Paese si tratta di chiedere l’attuazione dell’art. 43 della Costituzione (“…a fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire….a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese , che si riferiscano a servizi pubblici essenziali”) e di sostenere la richiesta legislativa di modifica del codice civile secondo la proposta della commissione Rodotà per la formulazione di nuove categorie di beni pubblici, includendo fra i beni comuni l’acqua (da sottrarre al profitto e al commercio).

Ogni regione e ogni comune hanno recuperato autonomia dalla vittoria dei SI e vivono situazioni specifiche, è difficile un modello unico da realizzare a breve (per noi, in linea di massima, quello di aziende pubbliche a monosettoriale efficiente gestione del servizio idrico integrato su scala di bacino idrografico, senza fine di lucro e con originali forme di partecipazione diffusa).

L’obiettivo è valorizzare, rafforzare o costruire una rete di aziende di diritto pubblico, organizzate ed efficienti, che, senza tornare alla gestione diretta, garantiscano a tutti, senza distinzione di censo o di stato sociale, il servizio di accesso ad un’acqua qualitativamente buona, al prezzo più basso possibile, nelle forme più consortili possibili (a livello sovra comunale e a livello di bacino idrografico), risparmiando quanto più acqua possibile.In questi mesi quasi mai a livello regionale (risalta la positiva eccezione della Puglia) e non spesso a livello locale (risalta la positiva innovazione di Napoli) ci si è mossi in sostanziale coerenza con il risultato referendario. Non mancano purtroppo casi discutibili di scelte amministrative in comuni governati dal centrosinistra o insieme a soggettività politiche della sinistra. Per noi, anche per SEL, si tratta di mobilitarci, di chiedere coerenze, di accompagnare anche le più piccole scelte con chiari atti di indirizzo, di spiegare, di convincere.Aderiamo, dunque, con convinzione e impegno alla manifestazione del 26 novembre e condividiamo la battaglia per l’acqua pubblica, i beni comuni, la democrazia.

Grazia Francescato, Valerio Calzolaio

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