mercoledì 7 dicembre 2011

LE PROPOSTE DI SEL SULLE PENSIONI

Ribadiamo che va rifiutato il tentativo di fare cassa con le pensioni e bisogna invece aumentare la sostenibilità sociale del sistema, sia integrando le pensioni più basse, sia riconoscendo a chi esegue lavori più pesanti ( non solo usuranti) e a chi ha in carico l'assistenza di soggetti non autosufficienti la possibilità del pensionamento anticipato.

Proponiamo perciò di:

! Diversificare l'età pensionabile a seconda della tipologia di lavoro e la conseguente attesa di vita modificando anche i coefficienti di trasformazione in base agli stessi parametri.

! Integrare le pensioni inferiori al 60% della retribuzione media con una somma finanziata dalla fiscalità generale che potrebbe essere proporzionale ai contributi versati, in modo da valorizzare il lavoro.

! Non rassegnarsi ad affrontare il tema dell'invecchiamento della popolazione solo dal versante del prolungamento dell'età lavorativa, ma ragionare di politiche di invecchiamento attivo che, attraverso forme di part-time in uscita, incentivazione del volontariato, sostegno alla produttività sociale degli anziani, prefigurino un nuovo patto tra generazioni.

Dove trovare le risorse?

Nella manovra Monti, si prevede un innalzamento della contribuzione dei lavoratori autonomi di 0,3 punti l'anno fino ad arrivare all'innalzamento di un punto. Si tratta di un adeguamento veramente modesto soprattutto se paragonato all'innalzamento di un punto di contribuzione per i lavoratori precari prevista nella manovra di Agosto. Oggi i lavoratori dipendenti pagano un'aliquota contributiva del 33%, i lavoratori autonomi una del 20-21%, i lavoratori parasubordinati una del 27%.

Se equiparassimo l'aliquota dei lavoratori autonomi a quella dei parasubordinati, e cioè a quella di lavoratori con un reddito mediamente basso, recupereremmo circa 5 miliardi di euro da destinare all'integrazione delle pensioni più basse con un'operazione di vera equità.

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