Perché in un momento così difficile per il mondo
del lavoro, in un momento dove tanti faticano ad arrivare a fine mese, fra esodati e licenziati,
giovani e precari senza futuro e pensionati sotto il livello di povertà, ci
vogliamo occupare anche di diritti civili?
Perché non sono un di più rispetto ai diritti
sociali, al diritto al lavoro, alla casa, all’istruzione. Sono un tutt’uno coi
diritti delle donne, con i diritti dei migranti, col riconoscimento dello ius
soli per i bambini nati in Italia e per chi in Italia vive, lavora, ha un
progetto di vita.
Perché non può esistere libertà a metà.
Perché la comunità cittadina è caratterizzata
dalla presenza – in continua crescita – di legami affettivi e di vita stabili e duraturi, estranei all’istituto del matrimonio.
Non si può far finta che
non esistano.
Buona politica è allora anche saper immaginare,
costruire e sostenere un’idea di città viva, complessa, plurale e perciò
moderna, che sappia guardare alle differenze come ad un’opportunità e non come a un pericolo.
Una comunità e un Comune che non lasciano
indietro nessuno, che sappiano tenere alta l’attenzione sul principio di
eguaglianza, che sostengano il diritto alla
cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri e che
siano capaci di riconoscere la pluralità delle scelte di convivenza e di
garantire a tutti e a tutte gli stessi diritti e le stesse opportunità.
Per questo pensiamo sia doveroso che il Comune
promuova e tuteli i diritti che riguardano la dignità e la libertà delle
persone, contrastando ogni forma di discriminazione, ad esempio attraverso l’istituzione del registro delle unioni civili,
che parifica le coppie “di fatto” a quelle unite in
matrimonio in relazione ai rapporti con il Comune.
Non
si tratta di creare nessun nuovo status, ma semplicemente di modificare i
regolamenti comunali per offrire gli stessi servizi a chi è unito in
matrimonio e a chi convive.
Si tratta di
garantire riconoscimento, accettazione, equità di diritti, parità di accesso ai servizi a tutte
e a tutti senza togliere niente a nessuno.
Allo stesso tempo si amplia e si rafforza il concetto di vincolo
affettivo della famiglia, si dà più dignità alle persone, riconoscendo
situazioni che di fatto esistono e che nessuno può negare.
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